In-depth articles: Google salva la SEO
Vuoi sapere come Google ha reso il web migliore? Come ha salvato la SEO? Oggi Hosting99 ti mostra una piccola guida che ti spiegherà come fare a comparire fra gli in-depth articles.
Google ha associato agli “in-depth articles” un nuovo formato visuale in SERP, garantendo anche più visibilità per l’autore oltre che la validità del prodotto editoriale.
Ecco gli accorgimenti per poter sfruttare questa invenzione:
Schema.org Article Markup. Innanzitutto devi implementare nel codice i seguenti attributi relativi a Article di schema.org:
– headline
– alternativeHeadline
– image
– description
– datePublished
– articleBody
Authorship Markup. Questo cosa serve? Aiuta gli algoritmi a capire chi è l’autore più importante o l’esperto in alcune materie in modo da entrare nel box degli “in-depth articles”.
Paginazione e Canonicalizzazione. Google mette in evidenza un errore che spesso viene commesso nel mix di rel=”prev”, rel=”next” e rel=”canonical”. Ribadisce quindi la correttezza tecnica delle implementazioni e anche del mix che avviene quando si tratta di scegliere la canonica nella paginazione. Se hai contenuti invece composti da più pagine il markup prev e next aiuteranno gli algoritmi a capire correttamente la composizione degli articoli.
Logo dell’organizzazione o Publisher. Per implementare il rel=”publisher” basta che aggiungi una riga al tuo <head> che linka la pagina G+ in questo modo:
<link href=”https://plus.google.com/117510669985299383051/” rel=”publisher” />
Per implementare il markup organization, invece, è una questione a parte: Devi rispettare il vincolo della visibilità del box. Il logo poi deve essere ben visibile nella tua pagina e con una forma quadrata di almeno 230x230px.
Compariamo un pò di dati. Qui di seguito ti riportiamo i dati medi degli articoli che non sono inclusi fra gli in-depth articles:
– lunghezza: 1.631 parole
– tweet ricevuti: 194
– like ricevuti: 81
– +1 ricevuti: 46
– backlink ricevuti: 47
..e invece i dati medi di quelli che sono andati a finire tra gli in-depth articles:
– lunghezza: 2.183 parole
– tweet ricevuti: 315
– like ricevuti: 129
– +1 ricevuti: 87
– backlink ricevuti: 94
Insomma, anche a occhio si vede la differenza: i contenuti in-depth sono più lunghi e hanno ricevuto più apprezzamento sui social media.
Insomma questo è un pò il bilancio. Se ti piace come sta lavorando Google e stai pensando di creare anche tu un tuo sito sul web, fallo con Hosting99 http://hosting99.it/
Ultimi Commenti