Abolizione dei dazi sui prodotti IT: in futuro aumenterà il commercio
Per parlare di questa notizia, partirei da un esempio che molti conoscono, anche se relativo a qualche anno fa ormai. Era il 2007, ed Apple presentò il primo iPhone, telefono molto innovativo che avrebbe cambiato la storia della telefonia.
Ma lo commercializzò solo in America, per motivi di marketing e probabilmente per capire come sarebbe stato accolto dall’utenza, visto che si trattava di un prodotto molto diverso dagli altri.
Se un italiano voleva acquistare questo iPhone, mai arrivato nel nostro paese almeno nei negozi, doveva necessariamente acquistarlo dall’America, e pagare quindi delle tasse che sono i dazi doganali. I dazi sono ad oggi ancora un grande problema, in un mondo ormai globalizzato: in pochi secondi io posso raggiungere un sito americano, vedere i prodotti che vende, leggerne le caratteristiche e il prezzo, magari molto conveniente, a cui vanno aggiunte le (obbligatorie) spese di spedizione, perché l’oggetto mi deve fisicamente arrivare, e i dazi. Risultato: il costo finale è altissimo e mi conviene comprare un prodotto di altra marca ma magari di qualità peggiore.
E tra i prodotti IT soggetti ai dazi non ci sono solamente telefoni, tablet e cuffie, ma ci sono anche prodotti aziendali importanti come i navigatori satellitari da mettere sulle barche, o le apparecchiature mediche destinate agli ospedali, attrezzature sulle quali i dazi influiscono non poco.
La notizia è che la WTO, in Italia OMC, Organizzazione Mondiale del Commercio ha finalmente decretato ciò che molti aspettavano: i dazi sui prodotti IT saranno aboliti. Sarà un’abolizione graduale, che andrà avanti dal 2016 quando avremo comunque un taglio dei dazi consistente (del 65%) per arrivare al 2019 quando il taglio raggiungerà addirittura il 90%, per cui queste tasse diventeranno praticamente nulle.
L’accordo è valido per tutti i paesi aderenti al WTO, che ad oggi sono 153 e tra cui sono presenti i maggiori produttori di oggetti tecnologici come gli Stati Uniti e anche i maggiori acquirenti, come l’Italia. Insomma, in futuro potremo importare prodotti dall’estero senza dover pagare i dazi doganali rimanendo così solo con spese di spedizione e il prezzo del prodotto (chiaramente).
Si tratta di un grande passo avanti per un commercio che rappresenta il 10% di tutti i prodotti commerciati, dall’alimentare all’industriale, e che muove ogni anno un capitale di 1,3 trilioni di dollari, cifra che molti di noi non riescono nemmeno ad immaginare.
Si tratta di un’opportunità importante sia per chi produce queste tecnologie, sia per chi ne beneficia, insomma le utilizza, perché finalmente le collaborazioni tra aziende ed enti che si trovano letteralmente dall’altra parte del mondo potranno essere più strette e potranno aiutare a raggiungere nuovi obiettivi che oggi spesso, per ragioni economiche, sono irraggiungibili.
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